di Sara Proietti
La Tradizione millenaria dell'Uomo fornisce il prezioso strumento del Nardana per incontrare ed esercitare il potere divino e per godere dell’esistenza di cui si è parte. Il Nardana è costituito da 10 punti, 10 dimensioni.
Questi sono composti da 5 virtù (Hatza), per assecondare la sua residenza funzionale nel macrocosmo, e 5 principi (Hatna) per risiedere degnamente nel microcosmo.
I 5 principi e le 5 virtù del Nardana
Il Nardana fu espresso agli albori dei tempi edenici, per sostenere gli Uomini, che, riconoscendosi fra loro, necessitavano di mezzi per relazionarsi all’interno del grande gioco dell'Esistenza.
10 chiavi, l’una comprende e origina l’altra, in un sistema di correlazione orizzontale e verticale che è espressione dello Shan, la realtà tutta. E’ illusorio pretendere di incarnare un punto o alcuni punti e non altri, ma è naturale conoscerli sempre più a fondo, solo sperimentandoli.
Il numero 10 del Nardana
Possiamo interpretare la simbologia a cui ci riporta la decina.
10 Come espressione dell’Uno, che si esprime giocando attraverso i nove archetipi successivi e poi chiude il proprio cerchio e torna all’Uno, per saltare al giro successivo dell’infinita spirale evolutiva. E ancora 10 nella perfezione del Tetraktis Pitagorico, nei comandamenti ( come verità ri- velata), nelle misure del Tabernacolo del tempio ebraico e nel simbolo grafico del numero nell’antico Egitto.
La Conoscenza nel Nardana
Primo fra tutti i punti è la conoscenza, non mera acquisizione intellettuale, che seppure eccitante a prima vista, nulla ha a che fare con la reale acquisizione che innesca processi trasformativi. La conoscenza è l’osservazione silenziosa e senza giudizio, in ogni situazione della vita. L'uomo diventa un Osservatore scientifico. Dentro di sè coglie nuovi significati epurati da identificazioni o emozioni che si trova a vivere. L'esperienza diventa centrale.
Dunque egli conosce, amplia lo sguardo e solo questo tipo di ampliamento non egocentrico porta alla libertà.
La libertà nel Nardana
La libertà non si esprime in mere azioni di apparente ribellione, piuttosto è l' espressione senza paura del proprio Essere. La libertà è una condizione che si sceglie consapevolmente di vivere e quindi di manifestare, esprimendo la propria essenza senza condizionamenti soggettivi, propri o di altri.
In questo modo e solo in questo modo è possibile toccare l’altro fuori di sé, senza arrecare alcun danno, ma anzi possibilmente ispirando un’antitesi in chi vorrà farne uso. Un essere libero è un essere che dentro di sè scopre di essere oratore e dio, non necessita di intermediari, compresa la sua mente ove risiedono le paure, in alcun campo della sua espressione personale, sociale, relazionale. Egli attinge alla conoscenza reale e si lascia guidare da Sé ad occhi aperti.
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