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La Storia del Collegio Filosofico Shan 

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LA NASCITA DI LAFORGHIANA E DEL GS4 

Intorno agli anni '50 il fenomeno UFO aveva avuto una particolare risonanza grazie agli avvistamenti di K. Arnold e di G. Adamski; una grande maggioranza di persone lo seguiva con interesse e in tutto il mondo si parlava di apertura verso l'esterno e di relativizzazione della petizione geocentrica degli uomini della terra.Anche in Italia erano nati numerosi gruppi di studio a sfondo ufologico; nel 1953 G. S. aveva fondato a Torino con B. P. e E. F. il Centro Studi Clipeologici, per approfondire la tematica della presenza extraterrestre nel passato dell'umanità.Giancarlo B. entra a far parte del Centro Studi Clipeologici nel 1964, attirato dalle idee di B. P.su di una nuova umanità cosmica; sperava di trovare in quel gruppo gli uomini e l'ambiente adatto allo sviluppo della sua missione. Diventatone uno dei maggiori collaboratori, Giancarlo spinge G. S. a pubblicare un giornale che diffonda le idee del Gruppo al di fuori della ristretta cerchia della città, ed è lui a crearne la testata e a dargli un nome: "Clypeus".Evidentemente Giancarlo pensava di tentare con Clypeus quello che poi riuscì a concretizzare con Laforghiana: un punto di riferimento dottrinale che catalizzasse e riunisse intorno ad un nucleo quegli uomini di buona volontà che brancolavano alla cieca, disperdendo i loro sforzi.Nel 1965 approdò a Clypeus anche Daniela Z. in qualità di collaboratrice del giornale, ma un anno dopo divenne evidente che Clypeus si stava trasformando rapidamente in un fenomeno esclusivamente commerciale ad uso e consumo di G. S..

 

Deluso e amareggiato dalla situazione, Giancarlo abbandonò il Gruppo insieme a Daniela Z. Essi però continuarono un dialogo personale con l'amico B. P. l'unico di cui Giancarlo si fidasse a parlare a grandi linee della "sua" filosofia; infine, incoraggiato da B. P. e sicuro dell'incondizionata collaborazione di Daniela, Giancarlo decise di pubblicare una rivista sua.Ma il messaggio tradizionale, proprio perché universale, non aveva un nome nè una corrente alla quale riferirsi, e Giancarlo reputava prematuro servirsi di "Shan", per cui nasce il problema di quale nome dare alla rivista che doveva diffonderlo.Infine la scelta cade su "Laforghiana", non perché Jules Laforgue fosse egli stesso un Antico, ma perché nel suo "Sanglot de la Terre" Giancarlo aveva scoperto quelle stesse istanze interiori che lui sperava di trovare negli uomini che si sarebbero interessati al suo discorso.Il primo numero di Laforghiana uscì nell'estate del 1967 e venne distribuito in Torino ed inviato ai vari corrispondenti di Giancarlo sia in Italia che all'estero, annunciando la nascita del "Centro Culturale J. Laforgue".Ma in mancanza di abbonamenti, stampare in due Laforghiana costava troppo e richiedeva troppo lavoro, e poi mancava l'autorizzazione legale per la sua pubblicazione sotto forma di rivista, così si ripiegò sulle cosiddette "Newsletters"; delle specie di circolari di poche pagine, debitamente firmate, che pur con mezzi modesti facevano il giro del mondo diffondendo in esso l'idea Laforghiana.Corrispondenti delle Newsletters erano fra gli altri: L. Daumont, F. Fouerè per la Francia, R. Fagone per gli USA, Yusume Matsumura per il Giappone, J. Darnaude per la Spagna e A.A. Tikhonoff per L'Unione Sovietica.Alla fine del 1967, il Centro Culturale Jules Laforgue contava tre soci: Alberto G. aveva chiesto di poter collaborare con Giancarlo e Daniela.Finalmente ci furono le braccia ed i soldi per fare le cose sul serio e il 12 ottobre 1967 venne legalizzata "Laforghiana", e da quel momento incominciò ad uscire regolarmente.Un piccolo mondo incominciò allora a ruotare intorno alla rivista e alcuni fra i più interessati entrarono a far parte attiva della redazione: Piergiorgio B., Mario A. e Giancarlo R.

 

Dopo qualche tempo, però, Giancarlo dovette prendere atto del fatto che non è facile continuare a godere della fiducia del prossimo se non gli si può spiegare a cosa tendono i tuoi ed i suoi sforzi, e infatti Alberto e Piergiorgio incominciarono a pensare che avrebbero potuto gestire Laforghiana molto meglio di lui, così cominciarono a tentare di sottrarre la rivista alla sua influenza.Non potevano rendersi conto che era un'impresa impossibile, perchè Laforghiana era la sua creatura ed in essa Giancarlo riponeva le sue speranze in un mondo migliore e nel primo coagularsi di quella che oggi è l'Istituzione Shan.Naturalmente dovettero arrendersi davanti alla sua deteriorazione e, perso ogni interesse personale, continuarono a collaborare alla rivista come collaboratori esterni.Giancarlo allora rafforzò il rapporto con Mario e Giancarlo; anche se di questi due non si fidava completamente: erano troppo individualisti ed ambiziosi, ma forse egli contava proprio sulla loro ambizione per dare solide basi alla sua opera.Infatti per mezzo di Rolando, che era allora vicesindaco in Val di Danzo, il Centro Culturale Jules Laforgue riesce ad ottenere dalla locale Azienda di Soggiorno il permesso e il luogo adatto per impiantare un osservatorio astronomico.Benché piccolo, l'Osservatorio Astronomico di Ceres, fondato nel gennaio 1970, disponeva di strumenti di discreto livello tecnico, per esempio un telescopio riflettore avente uno specchio del diametro di 25 cm., e dotato di dispositivi fotografici e di puntamento.Così com'era, l'osservatorio dava lustro al Centro Culturale e attirava presso la redazione di Laforghiana molti giovani preparati.Intanto, quasi fatalmente, anche l’amicizia e la conseguente collaborazione con Mario e Giancarlo si deteriorarono; resi sicuri dal successo dell'Osservatorio, essi avrebbero voluto dare un’impronta personale anche alla rivista e l'intransigenza di Giancarlo B. nel voler perseguire una linea che "sembrava egocentricamente prestabilita” li infastidiva e provocava continue discussioni; a seguito di un acutizzarsi della tensione, essi abbandonarono il gruppo e continuarono a gestire privatamente l'iniziativa dell'Osservatorio che però, non più sostenuta promozionalmente da Laforghiana, poco tempo dopo si spense.

 

I giovani confluiti nella redazione facevano capo a due studenti di ingegneria: Gianni F. e Dario C.; il loro interesse principale erano gli UFO, non come simbolo di utopistiche fratellanze cosmiche, ma come macchine di elevatissima tecnologia da studiare e vivisezionare.Sembravano intelligenti, aperti e desiderosi di darsi da fare e la redazione di una rivista non offriva la possibilità di un dialogo diretto con il pubblico e limitava la dinamica interna ai rapporti di lavoro.Giancarlo si mise alla ricerca di una sede: forse finalmente stava nascendo un "vero” centro di diffusione per la proposta Laforghiana.Proprio in quel periodo Federico C. prese contatto con Giancarlo e lo introdusse nel circolo "La civiltà del Covone” in via San Massimo 21.Nella sede di Via San Massimo si avvicendavano vari gruppi: quello di Benedetto L. che si interessava di radiestesia e cromoterapia, quello di Libia M. (la titolare dei locali) che si reggeva su messaggi medianici ricevuti dalla stessa Libia che impersonava un non meglio identificato "Maestro”, e il CIDA, Centro Italiano d'Astrologia, il cui leader era appunto Federico.Al "Covone”, Giancarlo conobbe Silvio M. e S. B. che, profondamente interessati alle tematiche espresse da "Laforghiana”, si adoperarono insieme a Federico per far ottenere a Giancarlo ed al suo gruppo una serata settimanale presso la sede di Via San Massimo.Dato l'interesse principale dei partecipanti, il gruppo nascente non poteva essere che ufologico e d'altronde l'ufologia, essendo cultura di alternativa, andava benissimo per incominciare; prese infatti il nome di S.U.T., Società Ufologica Torinese, e in essa confluirono anche ex appartenenti al vecchio "Clypeus", come A. A. e O. D.All'interno della S.U.T. si visse in pieno la grande crisi del fenomeno UFO, conseguente alla pubblicazione del Rapporto Condon, in cui l'Air Force degli Stati Uniti ne confutava duramente la validità appellandosi a testimonianze e macchiavellismi che, se facevano sorridere l'esperto, erano accolti come una parola definitiva dall'uomo della strada per il quale gli UFO erano e sono indubbiamente scomodi.Giancarlo si rese conto che gli orizzonti erano limitati e cercò di ampliarli instaurando una fattiva collaborazione con il gruppo "Ad Quintum" di Rivoli, che effettuava scavi archeologici in Val di Susa per conto della Sovrintendenza alle Antichità, e con il gruppo di parapsicologi guidato da Roberto G..Ma G. F. e A. A. avevano interessi esclusivamente ufologici e si rivelarono fermamente decisi a mantenere immutata la fisionomia del Gruppo; questo creò tensioni fra loro e Giancarlo B. il quale si rese conto di non poter più contare sulla loro collaborazione, e che la S.U.T. non sarebbe più stata il terreno di semina di cui aveva bisogno per porre le basi del C.F.L. (Collegio Filosofico Laforghiano).In una memorabile serata del febbraio 1971 la S.U.T. venne sciolta e B., amministratore dei locali, si schierò apertamente con i secessionisti.La posizione di B. al momento sembrò definitiva, e con ciò parve evidente che la possibilità di accedere ai locali di Via San Massimo era definitivamente sfumata, e con essa quella di avere un gruppo operante in cui sviluppare la tematica laforghiana.Ma accadde un fatto inspiegabile razionalmente: verso la fine di quello stesso mese di febbraio, Giancarlo B. era fermo in auto ad un semaforo di C. V. Emanuele, quando vide avvicinarsi al finestrino un uomo: era B., che senza dire una parola gli lasciò cadere in grembo le chiavi del "Covone".B., che pochi mesi dopo lasciò Torino per impegni di lavoro, non diede mai una spiegazione alla sua scelta, veramente inaspettata, a favore di Giancarlo.Nella sede così fortunosamente riconquistata si creò un nuovo coagulo: S M., R. G., E. e T. L., A. B. e I. B.: ancora una volta Giancarlo era riuscito a raccogliere intorno a sé nuovi elementi, che sperava adatti all'attuazione del suo piano, e con essi il 5 marzo 1971 fondò il Gruppo Spazio 4-."Gruppo" per indicare la dimensione in cui si muove l'individuo con i suoi problemi, "Spazio" per indicare la dimensione macrocosmica antitetica per le consuetudini dell'individuo, "4" per indicare la dimensione magica che circonda e affascina l'individuo.

 

Il GS4 incontrò subito il favore del pubblico torinese e i conferenzieri più qualificati della Torino culturale parteciparono volentieri ai suoi programmi.Spazio 4 diventò il punto di riferimento per molti, e alcuni uomini di buona volontà chiesero di partecipare attivamente alla sua gestione.Quando, l’1 settembre 1972, i locali di Via San Massimo vennero messi completamente a disposizione di Spazio 4, il suo direttivo era composto da molti nomi.Giancarlo B., nel frattempo, era entrato a far parte delle Logge coperte della Massoneria di Piazza del Gesù per verificare se nell'ambiente massonico esistesse uno spazio in cui inserire il suo messaggio; S. D., R. T., G. D. N., S. M. e U. S. lo avevano seguito in questa nuova esperienza creando così una testa di ponte Laforghiana all'interno della "Fratellanza".Ritenendo di avere per le mani gli elementi adatti, Giancarlo ampliò il suo discorso e propose al direttivo un Corso di Istruzione Esoterica strutturato in cinque livelli di conoscenza, per approfondire fra il pubblico più selezionato le tematiche espresse dalla filosofia Laforghiana.Ancora una volta Giancarlo B., non fidandosi appieno dei propri collaboratori, non propose che un traguardo intermedio e infatti alcuni, non vedendoci alcun interesse personale, preferirono uscire dal gruppo.Il tratto più saliente di questa prima parte della storia è certamente l'avvicendarsi dei collaboratori a fianco di Giancarlo B., ma questi continui cambiamenti di scena diventano perfettamente logici se si pensa che Giancarlo sentiva ancora di non poter spiegare il fine che muoveva i suoi passi; egli si limitava ad agire, dando motivazioni esoteriche che alcuni tentarono comunque di strumentalizzare, dando così ragione alla sua diffidenza.Ci sarà più facile capire lo stato d’animo che egli viveva in quel periodo riportando alcuni suoi appunti datati 7 dicembre 1972:"...Si terrà anche una sera un incontro per chiarire al C.D. la filosofia Laforghiana. La parte esoterica deve essere rivolta invece ad una parte selezionata dei soci che frequentano Spazio 4 sotto la precisa etichetta di Corso di Istruzione Esoterica. Questa dovrà essere anche l'identità di questo impegno di parte esoterica, fino a quando gli uomini e gli eventi non si mostreranno adatti."​

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LA NASCITA DEL CFL

Neanche nell'attività di Loggia Giancarlo trovò "gli uomini e gli eventi adatti": c’era una tendenza a "giocare a fare gli iniziati", il tutto condito con il giro di politiche di corridoio e di ambizioni sfrenate di alcuni.

Giancarlo non si scoraggiò; organizzò dei sabati culturali in cui venne impostata, fra l'interesse generale, la tematica della Filosofia Laforghiana.

L’instancabile attività di Giancarlo in seno alla Massoneria fu scambiata per ambizione e due dirigenti del gruppo massonico incominciarono a "coltivarlo" per spingerlo a fondare una nuova corrente massonica "veramente iniziatica", di cui essi sentivano l'esigenza, sostenendo di essere troppo in vista e presi di mira per potersi muovere liberamente e capeggiare personalmente 1' iniziativa.

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Le seduzioni nei confronti di Giancarlo si sprecarono: lui e Daniela vennero introdotti negli ambienti più esclusivi e raffinati, si svolsero a loro beneficio affascinanti e misteriose conversazioni che si protraevano fino all'alba, in cui i due "cospiratori" giocavano al Conte di Saint Germain; al punto che uno dei due, quale "Grande Iniziato" che "legge dietro la fronte", ma che non riusciva a spiegarsi le esitazioni di Giancarlo davanti ad un sì ambizioso progetto, prese da parte Daniela e la incitò a non ostacolare il "marito", ma anzi ad appoggiarlo, poiché: "quel ragazzo ha stoffa, ma per ora è solo un sacerdote, devi aiutarlo a diventare anche un guerriero!"

Quali illusioni! Quando il "mite" Giancarlo al fine accettò di porsi a capo di una Loggia per poi distaccarla, il "fratello" si fece in quattro per aiutarlo, ma quando finalmente comprese che il gruppo che si stava formando non era e non avrebbe potuto essere la Massoneria, preferì disimpegnarsi, adducendo problemi coniugali.

Ma Giovanni D. N., che vedeva in quel gruppo massonico un importante aggancio personale, per non perdere queste prospettive, tradì.

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Grazie alla delazione di D. N., i dirigenti vennero così a conoscenza dell'avvenuta decisione di attuare il tentativo di secessione, ma nel frattempo Giancarlo aveva già allacciato idonei rapporti e al primo insorgere di grane diede le dimissioni contemporaneamente a Roberto T., Sergio M., Silvio D. e Umberto S., interrompendo di conseguenza i sabati culturali ed ogni altro aiuto.

Intanto a Spazio 4, dopo un periodo di crisi causata dal fatto che Giancarlo non vi si dedicava più completamente, la situazione andava a gonfie vele.

Nell'ottobre 1972 erano state aperte la Sezione Artistica presieduta da C. C., che organizzava mostre e manifestazioni musicali, e la Sezione Giovanile presieduta da Danilo N., che si riuniva il sabato pomeriggio ed era aperta solamente ai minori di 17 anni;

L’unico "grande" era Silvio D. che presenziava alle riunioni in qualità di supervisore del direttivo.

Al Corso di Istruzione Esoterica erano iscritti individui interessanti: Giancarlo F., Rudy L., Giovanna e Giovenale B., Roberta e Rino A., Massimiliano R. e Annibale e Giuseppina L., che però mandavano avanti il discorso privatamente con Giancarlo.

Spiegare cosa fosse il Corso di Istruzione Esoterica e i non meglio identificati "Livelli" che gli stavano dietro non è assolutamente facile, e risulterà di difficile comprensione per coloro che oggi conoscono la realtà dell’istituzione; infatti noi fratelli non lo eravamo, o per lo meno non sapevamo di esserlo.

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Per essere ammessi ai "Livelli", che erano cinque, bisognava prestare una specie di giuramento che sostituiva la vera e propria iniziazione; non veniva dato nulla di scritto, ed esisteva solamente un abbozzo di quello che è oggi il corpo dottrinale dell'istituzione.

Non esistevano nè L'Assemblea nè un bardana dichiarato, e si passava di livello grazie alla comprensione intellettuale dei problemi e alla buona volontà.

In questo contesto è comprensibile che si passasse di livello in pochi mesi pur non essendo in un consesso e non avendo la più pallida idea di cosa fosse un Gabaon; Giancarlo per noi era un istruttore e niente più.

Chi aveva iniziativa e intelligenza andava avanti, e infatti di Giancarlo F., benché fosse giovanissimo, si ventilò subto la possibilità che potesse in un futuro abbastanza prossimo fondare una sede del GS4 a Rivoli.

Nel marzo del 1973 passarono al III Livello: Clara Z., Daniela Z., Giancarlo F., Patrizia B., Roberto T., Sergio M., Silvio D., e Umberto S.

Il 29 aprile 1973 venne fondata la sede di Rivoli.

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Intanto, per ragioni di lavoro, Roberto T. ritornò a Roma e anche a lui il direttivo affidò l'incarico di fondare una nuova sede del GS4, iniziativa che si concretizzò il 29/8/73.

In Giancarlo F. e Roberto T., probabilmente, Giancarlo vedeva valide carte, poiché riteneva di aver trovato in essi un'adesione cosciente e un appoggio incondizionato, sul quale appoggiare i suoi programmi a lunga scadenza per la fondazione della nuova "Alleanza".

Egli probabilmente ritenne che, grazie ad essi e a Daniela, fosse possibile continuare per qualche anno ad impostare dei Corsi di Istruzione Esoterica con dei "Livelli" informali e, nel frattempo, poter mettere per iscritto gli statuti e il Corpo Dottrinale dell'istituzione, in modo che all'atto della nascita essa fosse già completa di tutto.

 

Venne L'estate del 1973, e con essa un incidente rivelatore.

Giancarlo B., Daniela Z., Giancarlo F., Roberto T., Giovanna N. e Giovenale B., Roberta e Rino A. e Max R., avevano deciso di andare in vacanza insieme; l'obiettivo comune era la zona megalitica della Bretagna.

Fin dalla partenza fu evidente che Giancarlo B. intendeva applicare verso i compagni di viaggio un atteggiamento che oggi verrebbe giustamente definito "didattico", ma che allora sembrò ad alcuni una manifestazione di intolleranza e prepotenza.

Il culmine della crisi venne raggiunto a Chartres, e il gruppo si divise a metà; da una parte Giancarlo B., Daniela, Giovanna e Giovenale, dall'altra Giancarlo F., Roberto, Roberta, Rino e Max che agli occhi di questi ultimi era stato per tutto il viaggio la vittima di Giancarlo.

A Giancarlo probabilmente quel giorno sembrò che tutti i suoi sforzi naufragassero; ne soffrì molto, e contemporaneamente pensò: si rese conto che, anche se non si sentiva ancora pronto, era giunto il momento di mettere le carte in tavola, di uscire allo scoperto. Si rese conto che il gesto di Giancarlo F. e Roberto doveva avere per lui il senso di una spinta ad agire; tanto più che, appena giunti a Torino, Giancarlo F. e Roberto, accusati da Silvio di non aver agito "fraternamente" nei confronti di Giancarlo B., si scusarono dicendo che non avevano idea di cosa comportasse "fratellanza" e che, non vedendo in Giancarlo un Antico, ma solo un amico, non erano riusciti a sopportare il suo modo di fare autoritario e spesso prepotente nei confronti di Max.

 

Incominciò allora la lotta dell'Antico contro il tempo;

Il bisogno continuo di rafforzare e rinsaldare una struttura già esistente e funzionante.

 

Nel settembre del 1973 fu presa da Giancarlo B. la decisione di fondare una struttura iniziatica di tipo piramidale, basata sullo studio scientifico e razionale della Realtà che per il momento avrebbe preso il nome di Collegio Filosofico Laforghiano, i cui appartenenti si sarebbero chiamati tra di loro "fratello", dando alla parola il significato universale ed oggettivo che ha oggi per noi.

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LA NASCITA DEL SECONDO CICLO

LA PRIMA GENERAZIONE

La mole di lavoro che attendeva Giancarlo B. nel settembre 1973 era enorme; purtroppo, solo lui se ne rendeva conto: tutti i Seminari, gli Statuti ed i Rituali mancavano, bisognava mettere tutto per iscritto e nessuno era in grado di aiutarlo, poiché solo lui conosceva il vero aspetto dell'istituzione.

Ma prima di potersi dedicare completamente a questo immane compito, bisognava che fondasse il Collegio e poi che decentrasse, almeno in parte il lavoro contingente.

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Ricordiamoci infatti che il Collegio esisteva, solo ufficiosamente, sotto il nome di "Corsi di Istruzione Esoterica", che si riconosceva in un solo gruppo, il quale a sua volta era totalmente dipendente da Spazio 4, e che tutto faceva capo ad un solo leader: Giancarlo B.

La prima mossa fu indurre Daniela Z. a fondare un nuovo Centro Culturale. Questo nuovo gruppo si sarebbe chiamato "Artemide" e si sarebbe occupato esclusivamente di parapsicologia; Clara, Patrizia e Giovanna lasciarono Spazio 4 e seguirono Daniela nella nuova avventura.

A ottobre del 1973 si potevano contare all'attivo due centri culturali funzionanti di cui uno, Spazio 4, con due sedi decentrate: quella di Rivoli e quella di Roma.

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Furono mesi di enorme attività, i Gruppi funzionavano a pieno ritmo, e nuovi volti fecero capolino nella lunga sala. Alcuni si mostrarono particolarmente interessati e si fermarono; si chiamavano Luciano R., Giancarlo T., Maria Pia P. e Sandra G.

Erano intelligenti, simpatici e pieni di buona volontà, così fu quasi subito preso in considerazione il loro ingresso; allora la prassi d'ingresso era semplicissima e non comportava alcuna preparazione preliminare, ma per un individuo cosciente ed autocritico era invece enorme la difficoltà, subito evidente, di dover agire e a volte dare durante l’atto di una faticosa acquisizione.

Intanto l'Antico proseguì nella sua opera di decentramento; dopo essere passati al IV Livello, Daniela, Giancarlo F. e Sergio M, furono quasi contemporaneamente elevati alla dignità di Gabaon Daniela e Giancarlo F., e fondarono rispettivamente l'Athanor e l'Hermete; il consesso primigenio diretto da Giancarlo B. prese il nome di G.R.A.A.L. (Gnosis recepta ab antiqua luce) ovvero: Conoscenza ricevuta dall'antica luce.

Ma la gloriosa Istituzione non disponeva nemmeno di un luogo simbolico; ci si riuniva alla buona nella saletta retrostante Spazio 4 che era adibita a sala di lettura per i soci, ma si sentiva profondamente il bisogno di riunirci ritualmente, e si continuava a cercare dei locali adatti alla bisogna.

 

Dopo un mese dovemmo arrenderci all'evidenza: i locali gran di e disposti come li volevamo noi erano troppo cari per le allora esigue casse dell'istituzione: ripiegammo umilmente sulla saletta, la quale, tra lo stupore generale, fu interdetta ai soci con la scusa che era stata adibita ad archivio.

I lavori di ristrutturazione durarono circa un mese; alla fine di novembre il primo, minuscolo Tempio era pronto, e fu possibile procedere alla Iniziazione di coloro che, virtualmente, già facevano parte dell'istituzione: Giovenale B., Giovanna N., Annibaie L., Giuseppina J. e Claudio B.

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Con i nomi di questi fratelli si chiude quella che abbiamo chiamato la prima generazione del C.F.L., quella di uomini che hanno partecipato a trasformare in una realtà storica quella che fino a quel momento non era stata che una splendida potenzialità protetta dalla memoria e dalla volontà dell'Antico e della quale, all'esterno, non si coglievano che le briciole; alcuni di loro non sono più tra noi poiché la loro fragile preparazione individuale non ha retto alle dinamiche che si sono sviluppate in seguito in seno all'istituzione, ma io ritengo che il loro nome debba, ugualmente essere ricordato con fraterno affetto; essi sono: Claudio B., Patrizia B., Sergio M., Silvio D. e Umberto S.

Intanto l'Antico abbandonò anche la sua ultima posizione ufficiale nel mondo profano nominando Giuseppina. J. presidente ad interim di Spazio 4; l'interinato di Giuseppina fu una questione puramente formale dovuta a ragioni cautelative nei confronti del proprietario dei locali; di fatto Giancarlo B. da allora non interferì più nelle questioni interne del Gruppo.

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Anche questo fu un passo importante nel lento cammino verso la normalizzazione che era stato intrapreso: Spazio 4 perdeva la sua funzione di alter ego del Collegio, per assumere la veste di Gruppo Filtro, alla pari con Artemide e la sede di Rivoli.

Era venuto per l'Antico il momento del lavoro continuo e ossessivo, pianificato sulla distanza di anni, nel continuo timore che la morte venisse ad interromperlo lasciando i sopravvissuti gestori di un mosaico al quale mancassero tessere essenziali a costituirne la fisionomia e al quale ognuno istintivamente avrebbe cercato di darne una propria.

Questo è un pericolo sempre presente, e si manifesta anche oggi che abbiamo in mano praticamente tutto, poiché è molto più semplice ed infinitamente meno doloroso cercare di adattare l'Istituzione al proprio modo di essere piuttosto che cercare di accettarne la realtà.

Ma allora, data l'oggettiva penuria di dati, non sarebbe stato tanto un caso di cattiva volontà quanto una conseguenza logica degli avvenimenti ed avrebbe portato fatalmente all'inquinamento del messaggio primitivo, a scivolare nel progressivo decadimento ed infine alla scomparsa dell'istituzione, che sarebbe stata la logica conclusione di questo processo. Tutto questo naturalmente Giancarlo B. lo sapeva benissimo ed infatti non si concesse pause nel suo lavoro.

 

Di fatto il Collegio era nato, i suoi aderenti lavoravano, si muovevano disinvoltamente nel tessuto profano suscitando curiosità ed interesse; ancora una volta nella storia moderna dell'Umanità la Tradizione Primordiale riaffiorava dalle nebbie del passato, per riproporre il suo messaggio e (che caso!) lo faceva in un momento in cui il mondo era in subbuglio per il passaggio ravvicinato di una cometa.

Questo fatto, considerato di buon auspicio l’istituzione, ispirò la redazione di un manifesto di fondazione che il 22 dicembre 1973, nel piccolo tempio venne letto a tutti i fratelli riuniti per celebrare la nascita ufficiale del C.F.L.

 

 

MANIFESTO

Oggi, 22 dicembre 1973, Anno della Cometa, noi sottoscritti, in armonia con i principi espressi dalla  filosofia laforghiana e al cospetto degli illuminati custodi della scienza del mondo, dichiariamo costituito sul terzo pianeta di questo sistema solare, il Collegio Filosofico Laforghiano per lo studio e la realizzazione dell‘Uomo.

Firmato: Giancarlo B,, Giancarlo F. e Daniela Z.

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