di Mariarosa Greco
I mutanti, una categoria di esseri con capacità straordinarie e spesso sorprendenti, hanno sempre affascinato l'immaginario collettivo. Ma cosa sono realmente i mutanti? Come si sono manifestati nel corso della storia umana?
I mutanti, come stato dell'essere, continuano a suscitare domande sulla natura umana e sulla sua evoluzione. Attraverso le epoche, li abbiamo incontrati anche nei miti e nelle leggende, nelle opere di narrativa e nell'esperienza reale. La loro presenza ci spinge a riflettere sul concetto di normalità, sulla diversità e sull'infinito potenziale dell'essere umano.
Chi sono i mutanti?
Si parla di individui dotati di caratteristiche o abilità al di là del “normale”. Queste abilità possono variare ampiamente, spaziando dall'agilità sovrumana alla telepatia, dalla capacità di manipolare elementi naturali alla guarigione accelerata. La loro presenza suscita una serie di domande filosofiche e scientifiche sulla natura dell'essere umano e sul potenziale della sua evoluzione.
Il mutante va oltre gli impressi
Sono individui capaci di andare oltre gli “impressi”, intendo con questo termine tutte quelle categorie mentali e di comportamento condizionate dall’ambiente sociale e culturale. Rientrano negli impressi anche tutte le aspettative a cui l’essere umano si sente quasi obbligato a rispondere per “essere accettato”. Perché “strano” è figo, ma è da sempre stato anche sinonimo di “pecora nera”, l’essere fuori dal branco e come tale spesso condannato all’esilio relazionale proprio perché diverso.
Dalla nostra conoscenza sugli insegnamenti della Tradizione Shan sappiamo che l’essere umano è una manifestazione esistenziale al pari di un atomo o di una stella.
Il mutante è l'uomo filosofo
L’Uomo però, a causa della sua natura discriminante e grazie alle sue peculiarità rispetto all’Universo può essere considerato non solo una parte del macrocosmo ma il suo riflesso. Il Principio ermeneutico che “come in alto così è in basso” descrive una verità su come si manifesta l’esistenza.
L’esperienza ternaria con corpo, mente e spirito pone l’Uomo nel vortice della spirale evolutiva in cui egli è in grado di trasformarsi da dormiente a essere potenzialmente risvegliato, l’uomo filosofo, ossia l’uomo che si fa domande sul perché dell’esistenza tutta e sul perché esiste, da dove viene e verso dove procede.
Il mutante è l'Iniziato
In questa prospettiva il mutante è l’iniziato. E quando ne prende coscienza o comunque sente un richiamo verso qualcosa di incomprensibile per corpo e mente, ma che necessita di questi suoi due sofisticati strumenti per manifestarsi, o ancora sente quella sofferenza esistenziale collegata al non volersi accontentare di una vita priva di senso al di là di quello giornaliero, inevitabilmente si trova a sentirsi fuori posto tra i “normali” e ha tutte le potenzialità per diventare un cercatore di conoscenze e verità.
Nella storia umana, la manifestazione degli esseri chiamati mutanti, possiamo dire che ha seguito una evoluzione parallela all’essere umano “normale”. Gli studi archeologici e paleontologici ipotizzano la presenza di due diverse evoluzioni: una collegabile al Neanderthal e una all’Homo sapiens.
Senza scadere nel semplicismo o egocentrismo di sentirsi più fighi perché diversi, il mutante è il cercatore di se stesso, è colui che comprende le cose senza neanche sapere perché, che sa osservare la sua stessa vita come se fosse un osservatore esterno, che sa ascoltare nel silenzio alla ricerca della sua vera natura di senziente, è colui che si spinge oltre l’ovvio delle cose, che non si accontenta, che vede i limiti della mente e sceglie di passarci attraverso per andare oltre, è colui che sa che è bello vivere pienamente e per farlo abbraccia ogni sforzo per dar voce alla Coscienza.
Il mutante è colui che scopre la potenza della libertà dall’appartenere a una razza specifica a un a cultura o a un contesto sociale specifico. L’uomo filosofo è colui che sceglie di abbracciare e manifestare nella vita quotidiana la sua alchimia grazie alla trasformazione del vecchio (condizionamenti ambientali, aspettative e tentativi di incasellamento sociale) e al suo desiderio di emancipazione da tutto ciò che è stagnante, e dunque morte.
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