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La Terra: parco della Creazione

Aggiornamento: 10 giu

di Sara Proietti


L’individuo che nasce Libero da qualsiasi condizionamento del mondo profano, inevitabilmente, e da sempre, si trova per necessità ad assaporare attraverso i suoi sensi diretti in quello che possiamo definire il parco della Creazione. Udito, vista…fino a rendersi conto di esistere, di essere individuo.


Egli è un fenomeno finito, capace e curioso di muoversi nelle cose del mondo per fare esperienza.

Quella individualità è il mezzo inevitabile e importantissimo affinchè lo spirito possa davvero entrare nel grande gioco della Creazione. Se non si identificasse negli aspetti terreni dell’esistenza, come potrebbe davvero divertirsi, crederci, e quindi muoversi?


Quando guardiamo un film e ci immergiamo davvero nelle sue scene, nel suo ritmo…

  • siamo nel film

  • non c’è altro intorno a noi

  • quella è l’unica realtà che esiste.

Ed è importante che sia così per poter vivere fino in fondo ogni emozione, e quindi ogni esperienza sensoriale che possiamo trarne. E’ l’esperienza di esserci identificati nel film che ci porta a conoscere un tassello in più, dentro e fuori di noi.


Il Bambino gioca il gioco della Creazione

Il bimbo vive la vita esattamente come un adulto guarda il suo film preferito. Si identifica, consapevole che è un film, ma scegliendo di dimenticarsene per un momento. Questo lo rende artefice, creatore delle dinamiche del gioco, del suo sviluppo, finanche delle sue regole, che comprende di potere o non volere cambiare.

Questa è l’esperienza dell’Uomo di ogni tempo sulla terra. Terra come manifestazione materiale di quel principio creatore che non è, forse, né materiale né immateriale.

Terra come parco dei giochi dello spirito libero che in quel quadro di riferimento si muove, sperimenta, conosce e inevitabilmente si riconosce e poi si cementifica con altri come lui, come fossero mattoni accatastati, ognuno con la sua propria storia, eppure simili, e insieme capaci di creare castelli e meraviglie.


Creazione è l'atto magico dell'uomo che ricorda di esistere oltre la sua individualità

La fase adulta, illusione e assenza di Creazione

E’ nella fase adulta che il mondo dell’illusione, questo specchio dell’esistenza che si chiama fisicità, materia, terra…diventa “eccessivamente reale”. L’individuo che fugge la sua vera natura, quella completa di un senso né terreno, né ultraterreno, si incastra in una ruota di meccanismi sempre uguali a loro stessi. Si identifica così profondamente con il protagonista del film, da dimenticare di essere lo spettatore. Questo non lo diverte più.


Ricordare per compiere l'atto della Creazione

Per tornare ad essere spettatore cosciente egli necessita di ricordare. Ricordare non è un atto morbido, lungo, o indolore. Ricordare, nella Tradizione ancestrale dell’Uomo, è la conseguenza della propria scelta attiva di invertire la rotta rispetto il senso di insoddisfazione, irrequietezza, solitudine che si avverte come un eco silenzioso e divorante. Ricordare, è la conseguenza immediata di questa scelta e porta con sé la necessità di rompere la ruota dei meccanismi come unica azione possibile per tornare a Vedere davvero, a muoversi nel mondo con la consapevolezza di non essere (solo) di questo mondo.


E’ possibile arrivare a questo grado di consapevolezza, rottura, conoscenza e libertà da soli?

Magari impiegando un’intera vita, o forse di più, si. Il Grande Libro della Natura contiene già in sé ogni insegnamento, una parola che è pronta per essere letta e udita individualmente. La Tradizione è fatta di Uomini che inevitabilmente, dopo aver ricordato, hanno avuto nuovi occhi per Vedere altri e riconoscere chi è vicino a quello stesso ricordo. Hanno gettato e gettano semi di Conoscenza senza essere particolarmente interessati a chi debba o possa raccoglierli. E’ così che vive la rete della vita degli Uomini su questa terra, da migliaia e migliaia, e migliaia di anni.

Chi ricorda Vede con occhi nuovi. Chi è pronto a ricordare sa riconoscere in un altro occhi diversi. Ed è così che tutto si trasforma e prende Vita.


La Terra, per come il mondo profano la vede, vive, e descrive non è altro che una gabbia fatta di gabbie concentriche. La Terra, per gli Uomini senza spazio e tempo, è lo specchio delle infinite possibilità. E’ la possibilità di rendere materiale un’idea, un desiderio. E’ un continuo atto magico. E’ la possibilità di manifestare la Creazione come puro godimento, divertimento, e gioco. Una serie di cerchi concentrici verso ciò che la mente non comprende, e che è reale.

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