L' archetipo della Partecipazione
- Sara
- 15 set
- Tempo di lettura: 2 min
di Sara Proietti
L’individuo, sia pur immerso in una dimensione esistenziale che sembra essergli divenuta fine a se stessa e inutile per l’evoluzione della propria esperienza, può intravedere ancora in sè un ulteriore divenire da comprendere e d’assecondare su un piano reale.
(La Proposta Shan; Corso di Esoterismo Shan)
La sofferenza esistenziale e l’archetipo della partecipazione
Cos’è la sofferenza esistenziale? È un filo sottile e invisibile che attraversa il mondo interiore dell’individuo. Un’ombra che accompagna ogni passo e che non permette mai di gioire fino in fondo, come se un velo separasse costantemente dalla pienezza. È la sensazione di non sentirsi mai del tutto a casa, ovunque si vada.
L'individuo si sente separato
A volte questo peso resta nascosto, altre volte emerge con forza, mostrando la sua natura che nasce dal senso di separazione. È come vivere in un sogno paralizzante in cui l’individuo percepisce un vuoto enorme al centro di sé, un abisso che tenta di colmare con gli affetti, le emozioni, le passioni, con l’ebbrezza della droga o l’illusione del sesso. Eppure, qualunque esperienza si scelga, quel vuoto non si placa.
La sofferenza esistenziale è un alleato prezioso dell’Esistenza, che sollecita l’attenzione, costringe a rivolgere lo sguardo dentro, spinge l’individuo a varcare la soglia delle domande essenziali: chi sono io? Esiste la sofferenza? È possibile superarla? Cosa significa Partecipazione?
Partecipazione, Hat-a- Bah
Questo punto di partenza accomuna l’Umanità da decine di migliaia di anni. Chi si pone queste domande intraprende un cammino che lo porta a risvegliare dentro di sé l’Hat-a- Bah, che la Tradizione Shan indica come l’archetipo della partecipazione. L’individuo, aprendo finalmente gli occhi e scoprendo di esistere, riconosce di essere egli stesso un atto di Esistenza.
La mente ordinaria, al contrario, divide e separa. Traccia confini tra sé e il mondo, tra l’io e gli altri, tra le cose e le esperienze. In questo gioco di frammentazione costruisce condizionamenti, limiti, illusioni. Così, ciò che è reale resta velato e ciò che ciascuno potrebbe risvegliare rimane sopito.

Essere Uno
Quando però l’individuo supera la barriera della propria mente, si apre ad una percezione del Reale: sente il flusso della partecipazione universale. Non c’è più distanza tra sé e l’altro, tra sé e ciò che accade. Ogni esperienza diventa specchio dell’Essere: io sono te, tu sei l’esperienza dell’altro, quel tramonto che scende all’orizzonte sei ancora tu.
Risvegliare l’archetipo della partecipazione significa tornare a vivere questa condizione naturale. E in questo stato di coscienza, inevitabilmente, l’individuo si mette in cammino, per trovarsi, e per trovare “quelli come lui”.




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