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Il Nardana- Parte 3

Le 5 Virtù nel Nardana, la Giustizia

La logica attraverso cui esprimere la partecipazione nasce dalla Giustizia, non mera interpretazione soggettiva, per niente interessante ai fini dell’intelligenza divina che siamo e di cui siamo parte, bensì guida profonda, scevra da ego e pertanto capace di guardare il giusto bisogno, il giusto contributo, il giusto silenzio, il giusto agire in nome della scelta fatta: fare agli altri ciò che vorresti venisse fatto a te. Il giusto non reca male oggettivo, in primis a se stesso.


La Purezza nel Nardana

Colui che è giusto, inevitabilmente sperimenta la purezza, verticalmente correlata alla libertà. Il puro sceglie di vivere nel flusso della vita, senza maschere in cui identificarsi per paura, ma cogliendo le esperienze che gli sono utili e predisponendosi apertamente a ricevere, in un costante scambio in cui nessuno perde e nessuno vince, ma si gioca insieme.


La Pazienza nel Nardana

La purezza porta alla scoperta della pazienza, correlata alla tolleranza. Il paziente non è l’immobile eremita che presuntuosamente aspetta che altri si sporchino le mani vivendo l’altra faccia della medaglia della vita. Il paziente è colui che sceglie di integrare dentro di sé la Fermata per riconoscere la pazienza come fondamentale archetipo e pre-condizione attraverso cui esprimere il proprio essere. Pazienza è la comprensione di trovarsi nel Tutto, ricondurre a questo Tutto le proprie azioni e scelte, anche le apparentemente più insignificanti del quotidiano. Pazienza è risposta e non reazione, è scelta attiva e non psiche, è ascolto dentro, anche mentre si ascolta fuori.


Il Coraggio nel Nardana

A questo punto è inevitabile incontrare il coraggio che si esprime attraverso la scelta attiva e manifesta. Cosa c’è di più coraggioso di mostrarsi al mondo potentemente nudi? Senza bisogno di sovrastrutture, di illusioni: Essere e interagire restando focalizzati sulla propria natura divina, cogliere i segni della realtà e interpretarli, agendo senza indugiare, sempre per il proprio fine, che è il fine cui tutto tende poiché non soggettivo. Il coraggio non è un vestito che si sceglie di indossare a giorni alterni, è una virtù che si decide di risvegliare e incarnare con la leggerezza di chi non ha nulla da perdere… se non il senso del proprio esistere.


Il Nardana nella Tradizione Shan
Principi e Virtù del Nardana

Il Dovere nel Nardana

Il dovere... dovere, mai da interpretare come sentenza esterna, o come dogma impositivo e personale, ma come strumento di costante mantenimento del proprio risveglio. Per l'iniziato, una volta aperti gli occhi, non si può immaginare di partecipare alla vita senza una costante messa in discussione, un ritorno allo studio, alla contemplazione, al silenzio. Il dovere non ha a che fare con lo sforzo verso qualcosa che è fuori, bensì è il ritorno costante alla scelta di Esistere.


Leggere il Nardana è un’ispirazione, credere di comprenderlo senza viverlo è pura e presuntuosa illusione, scegliere di incarnarlo significa ripetere costantemente la scelta di Essere il proprio fine, senza intermediari, senza scissioni, in un moto di coagulazione con la Vita che è il moto contrario dell’illusorio inghiottire la Realtà.

 

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