Origini- Storia del Collegio Filosofico Laforghiano
La Nascita di Laforghiana e del GS4
Intorno agli anni '50 il fenomeno UFO aveva avuto una particolare risonanza grazie agli avvistamenti di K. Arnold e di G. Adamski; una grande maggioranza di persone lo seguiva con interesse e in tutto il mondo si parlava di apertura verso l'esterno e di relativizzazione della petizione geocentrica degli uomini della terra.Anche in Italia erano nati numerosi gruppi di studio a sfondo ufologico; nel 1953 G. S. aveva fondato a Torino con B. P. e E. F. il Centro Studi Clipeologici, per approfondire la tematica della presenza extraterrestre nel passato dell'umanità.Giancarlo B. entra a far parte del Centro Studi Clipeologici nel 1964, attirato dalle idee di B. P.su di una nuova umanità cosmica; sperava di trovare in quel gruppo gli uomini e l'ambiente adatto allo sviluppo della sua missione. Diventatone uno dei maggiori collaboratori, Giancarlo spinge G. S. a pubblicare un giornale che diffonda le idee del Gruppo al di fuori della ristretta cerchia della città, ed è lui a crearne la testata e a dargli un nome: "Clypeus".Evidentemente Giancarlo pensava di tentare con Clypeus quello che poi riuscì a concretizzare con Laforghiana: un punto di riferimento dottrinale che catalizzasse e riunisse intorno ad un nucleo quegli uomini di buona volontà che brancolavano alla cieca, disperdendo i loro sforzi.
Nel 1965 approdò a Clypeus anche Daniela Z. in qualità di collaboratrice del giornale, ma un anno dopo divenne evidente che Clypeus si stava trasformando rapidamente in un fenomeno esclusivamente commerciale ad uso e consumo di G. S..Deluso e amareggiato dalla situazione, Giancarlo abbandonò il Gruppo insieme a Daniela Z. Essi però continuarono un dialogo personale con l'amico B. P. l'unico di cui Giancarlo si fidasse a parlare a grandi linee della "sua" filosofia; infine, incoraggiato da B. P. e sicuro dell'incondizionata collaborazione di Daniela, Giancarlo decise di pubblicare una rivista sua.Ma il messaggio tradizionale, proprio perché universale, non aveva un nome nè una corrente alla quale riferirsi, e Giancarlo reputava prematuro servirsi di "Shan", per cui nasce il problema di quale nome dare alla rivista che doveva diffonderlo. Infine la scelta cade su "Laforghiana", non perché Jules Laforgue fosse egli stesso un Antico, ma perché nel suo "Sanglot de la Terre" Giancarlo aveva scoperto quelle stesse istanze interiori che lui sperava di trovare negli uomini che si sarebbero interessati al suo discorso.Il primo numero di Laforghiana uscì nell'estate del 1967 e venne distribuito in Torino ed inviato ai vari corrispondenti di Giancarlo sia in Italia che all'estero, annunciando la nascita del "Centro Culturale J. Laforgue".
Ma in mancanza di abbonamenti, stampare in due Laforghiana costava troppo e richiedeva troppo lavoro, e poi mancava l'autorizzazione legale per la sua pubblicazione sotto forma di rivista, così si ripiegò sulle cosiddette "Newsletters"; delle specie di circolari di poche pagine, debitamente firmate, che pur con mezzi modesti facevano il giro del mondo diffondendo in esso l'idea Laforghiana. Corrispondenti delle Newsletters erano fra gli altri: L. Daumont, F. Fouerè per la Francia, R. Fagone per gli USA, Yusume Matsumura per il Giappone, J. Darnaude per la Spagna e A.A. Tikhonoff per L'Unione Sovietica. Alla fine del 1967, il Centro Culturale Jules Laforgue contava tre soci: Alberto G. aveva chiesto di poter collaborare con Giancarlo e Daniela. Finalmente ci furono le braccia ed i soldi per fare le cose sul serio e il 12 ottobre 1967 venne legalizzata "Laforghiana", e da quel momento incominciò ad uscire regolarmente. Un piccolo mondo incominciò allora a ruotare intorno alla rivista e alcuni fra i più interessati entrarono a far parte attiva della redazione: Piergiorgio B., Mario A. e Giancarlo R. Dopo qualche tempo, però, Giancarlo dovette prendere atto del fatto che non è facile continuare a godere della fiducia del prossimo se non gli si può spiegare a cosa tendono i tuoi ed i suoi sforzi, e infatti Alberto e Piergiorgio incominciarono a pensare che avrebbero potuto gestire Laforghiana molto meglio di lui, così cominciarono a tentare di sottrarre la rivista alla sua influenza. Non potevano rendersi conto che era un'impresa impossibile, perchè Laforghiana era la sua creatura ed in essa Giancarlo riponeva le sue speranze in un mondo migliore e nel primo coagularsi di quella che oggi è l'Istituzione Shan.
Naturalmente dovettero arrendersi davanti alla sua deteriorazione e, perso ogni interesse personale, continuarono a collaborare alla rivista come collaboratori esterni. Giancarlo allora rafforzò il rapporto con Mario e Giancarlo; anche se di questi due non si fidava completamente: erano troppo individualisti ed ambiziosi, ma forse egli contava proprio sulla loro ambizione per dare solide basi alla sua opera. Infatti per mezzo di Rolando, che era allora vicesindaco in Val di Danzo, il Centro Culturale Jules Laforgue riesce ad ottenere dalla locale Azienda di Soggiorno il permesso e il luogo adatto per impiantare un osservatorio astronomico. Benché piccolo, l'Osservatorio Astronomico di Ceres, fondato nel gennaio 1970, disponeva di strumenti di discreto livello tecnico, per esempio un telescopio riflettore avente uno specchio del diametro di 25 cm., e dotato di dispositivi fotografici e di puntamento. Così com'era, l'osservatorio dava lustro al Centro Culturale e attirava presso la redazione di Laforghiana molti giovani preparati. Intanto, quasi fatalmente, anche l’amicizia e la conseguente collaborazione con Mario e Giancarlo si deteriorarono; resi sicuri dal successo dell'Osservatorio, essi avrebbero voluto dare un’impronta personale anche alla rivista e l'intransigenza di Giancarlo B. nel voler perseguire una linea che "sembrava egocentricamente prestabilita” li infastidiva e provocava continue discussioni; a seguito di un acutizzarsi della tensione, essi abbandonarono il gruppo e continuarono a gestire privatamente l'iniziativa dell'Osservatorio che però, non più sostenuta promozionalmente da Laforghiana, poco tempo dopo si spense.I giovani confluiti nella redazione facevano capo a due studenti di ingegneria: Gianni F. e Dario C.; il loro interesse principale erano gli UFO, non come simbolo di utopistiche fratellanze cosmiche, ma come macchine di elevatissima tecnologia da studiare e vivisezionare.
Sembravano intelligenti, aperti e desiderosi di darsi da fare e la redazione di una rivista non offriva la possibilità di un dialogo diretto con il pubblico e limitava la dinamica interna ai rapporti di lavoro.Giancarlo si mise alla ricerca di una sede: forse finalmente stava nascendo un "vero” centro di diffusione per la proposta Laforghiana. Proprio in quel periodo Federico C. prese contatto con Giancarlo e lo introdusse nel circolo "La civiltà del Covone” in via San Massimo 21.Nella sede di Via San Massimo si avvicendavano vari gruppi: quello di Benedetto L. che si interessava di radiestesia e cromoterapia, quello di Libia M. (la titolare dei locali) che si reggeva su messaggi medianici ricevuti dalla stessa Libia che impersonava un non meglio identificato "Maestro”, e il CIDA, Centro Italiano d'Astrologia, il cui leader era appunto Federico.Al "Covone”, Giancarlo conobbe Silvio M. e S. B. che, profondamente interessati alle tematiche espresse da "Laforghiana”, si adoperarono insieme a Federico per far ottenere a Giancarlo ed al suo gruppo una serata settimanale presso la sede di Via San Massimo.Dato l'interesse principale dei partecipanti, il gruppo nascente non poteva essere che ufologico e d'altronde l'ufologia, essendo cultura di alternativa, andava benissimo per incominciare; prese infatti il nome di S.U.T., Società Ufologica Torinese, e in essa confluirono anche ex appartenenti al vecchio "Clypeus", come A. A. e O. D.All'interno della S.U.T. si visse in pieno la grande crisi del fenomeno UFO, conseguente alla pubblicazione del Rapporto Condon, in cui l'Air Force degli Stati Uniti ne confutava duramente la validità appellandosi a testimonianze e macchiavellismi che, se facevano sorridere l'esperto, erano accolti come una parola definitiva dall'uomo della strada per il quale gli UFO erano e sono indubbiamente scomodi.Giancarlo si rese conto che gli orizzonti erano limitati e cercò di ampliarli instaurando una fattiva collaborazione con il gruppo "Ad Quintum" di Rivoli, che effettuava scavi archeologici in Val di Susa per conto della Sovrintendenza alle Antichità, e con il gruppo di parapsicologi guidato da Roberto G..Ma G. F. e A. A. avevano interessi esclusivamente ufologici e si rivelarono fermamente decisi a mantenere immutata la fisionomia del Gruppo; questo creò tensioni fra loro e Giancarlo B. il quale si rese conto di non poter più contare sulla loro collaborazione, e che la S.U.T. non sarebbe più stata il terreno di semina di cui aveva bisogno per porre le basi del C.F.L. (Collegio Filosofico Laforghiano).In una memorabile serata del febbraio 1971 la S.U.T. venne sciolta e B., amministratore dei locali, si schierò apertamente con i secessionisti.
La posizione di B. al momento sembrò definitiva, e con ciò parve evidente che la possibilità di accedere ai locali di Via San Massimo era definitivamente sfumata, e con essa quella di avere un gruppo operante in cui sviluppare la tematica laforghiana. Ma accadde un fatto inspiegabile razionalmente: verso la fine di quello stesso mese di febbraio, Giancarlo B. era fermo in auto ad un semaforo di C. V. Emanuele, quando vide avvicinarsi al finestrino un uomo: era B., che senza dire una parola gli lasciò cadere in grembo le chiavi del "Covone".B., che pochi mesi dopo lasciò Torino per impegni di lavoro, non diede mai una spiegazione alla sua scelta, veramente inaspettata, a favore di Giancarlo. Nella sede così fortunosamente riconquistata si creò un nuovo coagulo: S M., R. G., E. e T. L., A. B. e I. B.: ancora una volta Giancarlo era riuscito a raccogliere intorno a sé nuovi elementi, che sperava adatti all'attuazione del suo piano, e con essi il 5 marzo 1971 fondò il Gruppo Spazio 4-."Gruppo" per indicare la dimensione in cui si muove l'individuo con i suoi problemi, "Spazio" per indicare la dimensione macrocosmica antitetica per le consuetudini dell'individuo, "4" per indicare la dimensione magica che circonda e affascina l'individuo.Il GS4 incontrò subito il favore del pubblico torinese e i conferenzieri più qualificati della Torino culturale parteciparono volentieri ai suoi programmi.
Spazio 4 diventò il punto di riferimento per molti, e alcuni uomini di buona volontà chiesero di partecipare attivamente alla sua gestione. Quando, l’1 settembre 1972, i locali di Via San Massimo vennero messi completamente a disposizione di Spazio 4, il suo direttivo era composto da molti nomi. Giancarlo B., nel frattempo, era entrato a far parte delle Logge coperte della Massoneria di Piazza del Gesù per verificare se nell'ambiente massonico esistesse uno spazio in cui inserire il suo messaggio; S. D., R. T., G. D. N., S. M. e U. S. lo avevano seguito in questa nuova esperienza creando così una testa di ponte Laforghiana all'interno della "Fratellanza".Ritenendo di avere per le mani gli elementi adatti, Giancarlo ampliò il suo discorso e propose al direttivo un Corso di Istruzione Esoterica strutturato in cinque livelli di conoscenza, per approfondire fra il pubblico più selezionato le tematiche espresse dalla filosofia Laforghiana.Ancora una volta Giancarlo B., non fidandosi appieno dei propri collaboratori, non propose che un traguardo intermedio e infatti alcuni, non vedendoci alcun interesse personale, preferirono uscire dal gruppo.
Il tratto più saliente di questa prima parte della storia è certamente l'avvicendarsi dei collaboratori a fianco di Giancarlo B., ma questi continui cambiamenti di scena diventano perfettamente logici se si pensa che Giancarlo sentiva ancora di non poter spiegare il fine che muoveva i suoi passi; egli si limitava ad agire, dando motivazioni esoteriche che alcuni tentarono comunque di strumentalizzare, dando così ragione alla sua diffidenza.Ci sarà più facile capire lo stato d’animo che egli viveva in quel periodo riportando alcuni suoi appunti datati 7 dicembre 1972:"...Si terrà anche una sera un incontro per chiarire al C.D. la filosofia Laforghiana. La parte esoterica deve essere rivolta invece ad una parte selezionata dei soci che frequentano Spazio 4 sotto la precisa etichetta di Corso di Istruzione Esoterica. Questa dovrà essere anche l'identità di questo impegno di parte esoterica, fino a quando gli uomini e gli eventi non si mostreranno adatti."​
​
​