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Origini- Storia del Collegio Filosofico Laforghiano
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La Terza Generazione

 

La terza generazione faceva paura. C'era in giro un'aria di circospezione e di sospetto: i Leucociti si organizzavano per distruggere il "super virus" che stava per essere immesso nell’organismo stantio dell' Istituzione. La cosa che stupiva di più era il fatto che ognuno preparava difese alle proprie carenze senza neppure prendere in considerazione la possibilità di superarle!

 

Eppure i mezzi per farlo erano stati forniti in abbondanza: Il Corso di Esoterismo era stato svolto anche all’interno dell'istituzione, e nei Consessi era stato istituito un Padrinato capillare grazie al quale ogni fratello aveva a sua disposizione un livello superiore cui fare capo per qualsiasi questione, sia personale che didattica. Quella che incombeva e paralizzava ogni sforzo era la paura del confronto, e il timore che i nuovi arrivati non rispettassero le maschere di sicurezza che ognuno si era costruito e denunciassero a gran voce la pochezza dei vecchi fratelli di pari Livello. E gli esponenti della paventata terza generazione di laforghiani incominciarono ad entrare, ed i timori di coloro che abitavano ormai da anni il Vestibolo si concretizzarono in un giro di vite operato dai vertici dell'istituzione, che chiedeva l'allontanamento dall'Istituto Operativo di coloro che non avevano saputo, e voluto, approfittare dei mezzi operativi offerti. Ormai l'istituzione si avvicinava sempre più al modello ideale a cui tendeva fin dalla sua fondazione. Il processo di normalizzazione in atto non lasciava spazio ai sentimentalismi ed ai pietismi fuori posto. Coloro che non avevano ancora capito che il C.F.L. non sarebbe mai stato un "gruppo-uovo" in cui ci si limitava a sentirsi protetti, amati e compatiti, si scontrarono con la dura realtà di una società iniziatica che accettava quali propri Membri Effettivi solamente coloro che dimostravano una precisa volontà di superarsi e di concretizzare in un'Auto-iniziazione cosciente il rito virtuale della Grande Esperienza .Nel processo di normalizzazione era anche prevista la creazione di nuovi Consessi, ed il progressivo allontanamento dell'Antico dai quadri attivi dell'Istituto Operativo per permettergli di svolgere liberamente la propria funzione all'interno del Supremo Collegio. A questo scopo Annibale L., Giuseppina J., e Rosalba N. accettarono la dignità di Gabaon e nell'ottobre del '78, grazie al rimpasto del vecchio e "glorioso" G.R.A.A.L., e con l'apporto di elementi della nuova generazione, furono fondati tre nuovi Consessi: il nuovo G.R.A.A.L», l'Aleph e l'Ekhnaton.

 

Finalmente un po’ meno oberato di lavoro, l'Antico continuava a produrre e ad elaborare nuovo preziosissimo materiale didattico, fra cui la Man-a-Rà e la Tesi Dottrinale: vere tappe storiche dell’evoluzione del C.F.L..  Da allora la Man-a-Rà viene insegnata ai fratelli man mano che raggiungono la maturità necessaria e, indubbiamente, la pratica di questo importante esercizio introspettivo ha portato alcuni ad una riscoperta totale di se stessi, tale da spronarli ad approfondire sempre di più la propria ricerca e dialettica interiore che, fatalmente, li portava a riconoscersi nel cammino iniziatico tracciato esplicitamente dalla Tesi Tradizionale, inducendo anche gli abitudinari ed i brancolanti nel buio a riflettere sulle proprie scelte, fatte e da farsi. Scelte chiare e coscienti che non potevano più essere procrastinate, poiché l'istituzione è un organismo che vive e si evolve solamente in funzione della partecipazione e della piena disponibilità dei suoi membri. Nel 1973 l'istituzione ha cominciato a presentare al mondo profano la propria dottrina con il nome di Filosofia Shan in sostituzione del vecchio aggettivo "laforghiana" che prestava il fianco a troppe interpretazioni errate che per essere confutate richiedevano troppo tempo prezioso, senza peraltro annullare nell'uditorio sospetti vaghi su una filosofia presa in prestito dal romanticismo francese. SHAN è un'etichetta nuova, vergine, che nessuno aveva mai sentito nominare, e proprio per questo pericolosa, perché ci costrinse a identificarci, a dover spiegare in modo chiaro ed esplicito che eravamo e cosa volevamo, e questo impose un esame di coscienza (quella profana), poiché prima di poter chiarire agli altri, molti dei laforghiani dovettero innanzi tutto spiegarlo a se stessi.I prodromi di questo chiarimento ci sono tutti poiché oggi, liberatasi dagli individui più passivi, l'istituzione sta stimolando al massimo la dialettica interna, mentre è in preparazione nuovo materiale didattico e di consultazione.

 

A questo proposito, in occasione della fuoriuscita di due fratelli, Sandra G. ed Ettore Q., dovuta soprattutto al rifiuto della morale a cui, secondo loro, si sentivano sottoposti all’interno del gruppo, venne focalizzato un interrogativo a cui si dovette necessariamente rispondere. Risultò evidente che il C.F.L., essendo uno strumento partecipativo ad uso dei fratelli, non poteva avere una morale propria a cui essi fossero tenuti ad adeguarsi. Ma fu altrettanto evidente che non si poteva tralasciare l'occasione di verificare tutti insieme con coraggio e sincerità come il C.F.L. fosse vissuto dai fratelli. Questo portò molti, anche fra i quadri dirigenti, a dover fare una seria autocritica e a dover rivedere il proprio rapporto con il gruppo. Un importante documento di recente pubblicazione è il "Manifesto Storico Shan", che nella sua chiara identificazione delle modalità d'impiego degli strumenti partecipativi alla realtà, e soprattutto nell'identificazione delle modalità di gestione degli stessi, arricchisce la figura dell'iniziato di importanti strumenti di lotta, sia politici che economici. E' inoltre in preparazione il cosiddetto"progetto "Movimen to SHAN", che ha avuto inizio nell'autunno 1980. Il progetto consiste nell'unificare gli sforzi delle attività di tutti i Gruppi Filtro in una spinta unidirezionale e chiaramente identificabile e dichiarata. Con questo i Gruppi Filtro non perderanno assolutamente la loro autonomia prevista dallo Statuto dell'istituto Speculativo, ma lavoreranno con processi diversificati, nell’unico intento di migliorare, potenziandola notevolmente, la loro operatività in seno alla Frangia Laforghiana. Operatività che fino a questo momento si è vanificata nella dispersione dei loro singoli programmi e in una pubblicità inadeguata. Questo non solo per un risparmio di forze e per un maggiore impatto con conseguente maggior permeabilizzazione della Frangià, ma soprattutto per la consapevolezza che la struttura presente dei Gruppi Filtro non è più assolutamente in grado di interessare in modo alternativo il pubblico profano. Giunta al tempo presente, e nell'atto di concludere provvisoriamente la lunga storia del Collegio Filosofico Laforghiano, vorrei trarre qualche somma.

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Tutto incominciò dodici anni fa con un uomo e una rivistina; oggi ci sono circa cinquanta uomini e donne, quattro Consessi con altrettanti Gruppi Filtro promotori di C. di Esoterismo che assicurano periodici ingressi, ed una sede funzionante . Consolidatosi all'interno, oggi il C.F.L. si prepara a rivolgersi alla cosiddetta "Frangia" con libretti esplicativi ed una rivista, SHAN, di prossima pubblicazione. Già si è usciti dalla cittadella di Torino con l'interessante esperienza mandata avanti a Roma da Roberto T., e che ha dato ottimi risultati; chissà che quanto prima, non si possano promuovere esperienze di Corsi di Esoterismo SHAN anche in altre città, onde allargare la nostra proposta ed offrire ad altri Uomini di Buona Volontà la possibilità di riconoscere se stessi e di sottrarsi all'oppressione per divenire a loro volta Iniziati. Poiché, come afferma la Tradizione, l'unica condizione posta per appartenere al consesso dell’istituzione Shan è essere uomini e donne di buona volontà ed avere la determinazione di vivere liberi, secondo le proprie leggi. Se si risponde a questi requisiti si entra nel seno della Tradizione, trovando in esso un cammino sicuro attraverso le esperienze che la vita offre e che talvolta impone, come la morte, che non esenta alcuno e che sempre e comunque l'uomo affronta da sola. Giungere sulla soglia della morte terrorizzati e con la consapevolezza di non aver vissuto è terribile, e solo l'uomo che cerca se stesso nello SHAN riesce ad evitarlo, poiché vivere lo SHAN significa partecipare ad ogni esperienza fino in fondo, e farla propria. Non basta aver vissuto un'iniziazione virtuale, bisogna lavorare al fine di raggiungere la propria auto-iniziazione, e questo è un compito strettamente individuale che arricchisce interiormente e che, come il tocco di Mida, trasforma in oro tutto ciò che si tocca, anche la materia più vile, poiché anch'es sa è Realtà e come tale impone una partecipazione cosciente. La teologia cristiana ci parla della. Grazia Santificante, condizione privilegiata all'esterno della quale non esiste salvezza.

 

"Chi non vive la condizione di Grazia non raggiungerà mai Dio, anche se compie buone azioni e si comporta rettamente; chi invece la vive riuscirà a superare ogni suo errore, ed ogni sua azione meritoria andrà a suo vantaggio". Perché non sostituire alla "Grazia" il concetto di SHAN? Ci accorgeremmo che tutto corrisponde, poiché solo vivendo in armonia con la coscienza universale si acquisisce la possibilità di sacralizzare la propria vita. Fornire agli uomini i mezzi per il raggiungimento della coscienza universale è il compito principe di ogni gruppo iniziatico di tradizione pura, e se al giungere della sua estinzione come forma pura della Tradizione il C.F.L. lo avrà assolto, allora tutti noi potremo affermare di aver scritto un verso della lunga saga dell'Uomo.

Poiché così piacque al P. di 0. C.

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